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In questi mesi di pandemia le costrizioni normative e le nuove abitudini sociali, ormai parte del nostro patrimonio comportamentale, hanno spinto sempre di più il mondo del Retail nella direzione di una forte sperimentazione attraverso processi di automazione all’ interno degli store, da un lato, e una trasformazione dei format di business dall’ altro. (Ad esempio le Dark Kitchen, di cui parliamo in questo articolo).
Sarà giunta forse l’ora per la rivoluzione dei negozi automatizzati?
Non è un caso, infatti, che un gruppo come Amazon abbia da qualche anno investito e fatto il suo ingresso nel commercio “reale” attraverso l’ apertura degli Amazon to Go. Una serie di stores in cui si entra fisicamente, e questa è già di per se una esperienza per l’ acquirente “tipo” di Amazon, e si procede all’ acquisto dei prodotti in una maniera diversa dal solito.

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Just walk out!
Ovvero si entra, i prodotti sono organizzati sugli scaffali come in un normale negozio, ma a differenza di un normale negozio non c’ è personale. Il consumer, nel momento in cui entra, è seguito da una serie di sensori e telecamere che tracciano i prodotti che decide di prendere liberamente a scaffale e li collega direttamente al suo account amazon per il pagamento.
Semplice, facile e veloce.
Al consumatore basta entrare scegliere il prodotto ed uscire. Al resto, al pagamento, ci pensa la tecnologia.
Unico problema?…Il consumatore.
Il modello di business prevede appunto il termine consumatore, e non cliente. E’ un cambio di prospettiva non da poco, con una serie di implicazioni anche sociali e di rapporti interpersonali che stravolgono i modelli finora conosciuti di vendita al dettaglio.
Ma tant’è…questo è il futuro verso cui ci si incammina.
Lo stiamo vedendo sempre più anche nei piccolissimi centri urbani di provincia con il proliferare di punti vendita express di caffè e affini. Per intenderci, piccoli locali su strada arredati con distributori automatici e poco gusto, in cui l’ esperienza per il cliente è ridotta al solo approvigionamento del prodotto selezionato.
Tanto vale studiare i modelli più alti e farsi trovare pronti per la rivoluzione!

Il futuro è nell’ automazione!
E’ tanto vero che sembra ormai quasi banale dirlo. Eppure la sfida di innovazione che il futuro pone a noi progettisti e a quanti si approcciano alla definizione di un qualunque format commerciale è quello di fare i conti con concetti come realtà aumentata, tecnologia, automazione appunto.
Ancora una volta l’ esempio di Amazon. E’ notizia di una manciata di mesi fa che il gruppo Amazon ha messo in vendita la sua cashierless technology chiamata Just Walk Out, come dicevamo prima, ad altri gruppi commerciali e catene che ne vogliano usufruire per i loro store.
Alcune catene americane (Hudson News, Cibo Express Gourmet, KFC…) negli store in aeroporto, e non solo, hanno applicato questo sistema ai loro punti vendita. O ancora Monoprix in Francia, Dunkin in Giappone ecc stanno investendo in stores senza cassa.

Perchè è interessante l’ Express Retail?
Beh perchè sicuramente dal punto di vista progettuale pone tematiche e sfide interessanti. Proviamo a fare qualche riflessione:
- spariscono le code alle casse, perchè non c’è più la cassa di fatto.
- gli spazi sono più fluidi, senza le canoniche corsie di prodotti ma con open spaces “scaffalati” da cui prelevare il prodotto
- le scaffalature sono iper-tecnologiche. Raccolgono dati anche sulla quantità di merce in esposizione, con un riflesso importante anche nella gestione dei magazzini di scorta.
- gli ingressi e le uscite sono regolamentati da tornelli, che in automatico registrano la presenza dell’ acquirente.
Nelle immagini sopra The hyundai_Uncommon Store dello studio koreano Archimosphere uno dei primissimi esempi di questo tipo di negozi, disegnato con un stile retro-futurista che dà al negozio una idea di rapidità e fluidità, ben connesse all’ impostazione del modello di business alla base dello store.

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Può essere l’ automazione una strada anche per il settore Food Retail?
La risposta è certamente si! E’ già una realtà in una delle città più innovative d’ Europa, Berlino.
Qui infatti è aperto già da qualche anno un ristorante che utilizza la tecnologia cashierless, e si chiama Data Kitchen. Ovviamente qui è la tecnologia a farla da padrone.
Il funzionamento è abbastanza semplice. C’ è una app del ristorante sul quale è possibile acquistare, anche in remoto da casa, il piatto che si decide di consumare, scegliere a che ora mangiarlo al ristorante, recarsi lì all’ orario prestabilito e consumare il proprio pasto.
La novità? E’ che non ci sono camerieri, non c’è personale, se non in cucina!
Il cibo viene “servito” in dei box all’ interno di una parete; 5 minuti prima dell’ orario scelto il software di gestione degli ordini avvisa il cliente tramite app che il piatto acquistato è pronto per il ritiro. Ci si reca alla parete e si preleva personalmente dal box il proprio pranzo pronto per essere consumato al tavolo. Ovviamente tutto ciò avviene con la proverbiale efficienza e precisione tedesca!

E’ un tipo di format con una fortissima spinta tecnologica, che richiede ovviamente competenze specifiche e software house che sappiamo gestire il meccanismo. Ma il focus del progetto resta ovviamente il prodotto. La componente “umana” è sempre presente, e lo è all’ interno di quello che è il cuore di un ristorante, la cucina appunto!
Può sembrare fantascienza ma in realtà le strade per il futuro portano dritti in questa direzione.
Il passaggio a questo tipo di format nelle nostre realtà è probabilmente ancora lontano a venire, ma c’è da scommetterci che fra non moltissimi anni buona parte del settore Food sarà orientato in questa direzione.
Non sarà strano ordinare la nostra colazione o i nostri pasticcini tramite smartphone e ritirare il tutto direttamente da un “Food Wall” letteralmente “Muro del Cibo”.
Le innovazioni come sempre stravolgono i modelli prestabiliti, a volte spaventano, ma è la gestione di queste trasformazioni che ci permetterà di progettare spazi che sapranno accogliere e far sentire a proprio agio la clientela.